Nelle liti spesso l'aggressore è abituato ad alzare le mani e la vittima finisce all'ospedale. Chi ha avuto la peggio impiega settimane, se non mesi, per riprendersi e poi arriva la beffa finale: in tribunale la condanna è lieve o nulla, rimane solo un gran senso di rabbia e di ingiustizia.

Siamo una società coi nervi tesi. Si litiga facilmente per un posteggio conteso, per un rumore molesto, e dagli insulti a volte si passa alle botte. L'aggressore è abituato ad alzare le mani, è un picchiatore; la vittima finisce all’ospedale. Chi le ha prese impiega settimane, se non mesi, per riprendersi. Poi arriva la beffa finale: in tribunale la condanna è lieve o nulla. Chi ha subìto si ritrova con un gran senso di rabbia e di ingiustizia. La stessa frustrazione che vivono poliziotti e soccorritori, chiamati ogni week-end a contenere la violenza cieca degli hooligans. La stessa frustrazione che vivono i controllori sugli autobus o sui treni; costretti a lasciarsi insultare senza poter reagire.

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