Affrontando cime imponenti e maestosi ghiacciai, dalla Val Bregaglia si parte verso Poschiavo alla scoperta di incantevoli paesaggi e accoglienti capanne, in uno dei comprensori alpini più affascinanti della Svizzera. L'intero percorso si snoda unicamente sopra i 2'000 metri, con bivacchi oltre i 3'000 e la scalata di vette che sfiorano i 4'000.

Affrontando cime imponenti e maestosi ghiacciai - tra i quali il Badile, la cima di Castello, il Piz Palü e la Diavolezza - dalla Val Bregaglia si parte verso Poschiavo alla scoperta di incantevoli paesaggi e accoglienti capanne, in uno dei comprensori alpini più affascinanti della Svizzera. Del cammino fanno parte anche il Cengalo e la sua frana, che appare come una ferita ancora aperta. L'intero percorso si snoda unicamente sopra i 2'000 metri, con bivacchi oltre i 3'000 e la scalata di vette che sfiorano i 4'000.

Montagna

Viaggi

In questa puntata introduttiva, la conduttrice Alice Pedrazzini e la guida alpina Romano Salis scalano lo spigolo Nord del Badile, la montagna simbolo della Val Bregaglia. Iniziamo inoltre a conoscere gli otto partecipanti di questa edizione, le guide che li accompagnano e l'impegnativo percorso che li aspetta.

Il Badile

La prima tappa si svolge interamente in Val Bregaglia, tra i panorami alpini ritratti in passato da artisti come Segantini e Giacometti. Si parte da Casaccia per raggiungere il villaggio di Soglio, salendo la splendida Val Maroz e la Val di Cam. Il punto più alto del percorso è sul Piz Cam, che si trova a 2'634 metri d'altitudine.

È vita, è star bene

In passato, per raggiungere la Capanna Sasc Furä, da Soglio ci si inoltrava in Val Bondasca. Tuttavia, a causa della devastante frana del Pizzo Cengalo nel 2017, oggi bisogna affrontare un sentiero alternativo, più erto e tortuoso, in cui ci accompagna una guida carismatica, che a sorpresa ci conduce fino alle pendici del Badile e del Cengalo.

Il mio giardino

In questa tappa sconfiniamo nella vicina Italia; per raggiungere il Rifugio Gianetti, percorriamo infatti la Val Codera e la Val Porcellizzo. Un cammino relativamente breve, ma che prevede il superamento di due passi particolarmente impegnativi: il Trubinasca e il Porcellizzo, che culmina a 2'940 metri, il punto più alto del percorso odierno.

Trubinasca e Porcellizzo

Nella tappa odierna rimaniamo interamente in Italia, affrontando un saliscendi in quota di oltre 10 km circondati da splendidi paesaggi, vette maestose e bocchette da togliere il fiato. Il percorso tra il Rifugio Gianetti e il Rifugio Allievi fa parte del celebre sentiero Roma, che dalla Val Codera si snoda per 54 km fino alla Valmalenco.

Sentiero Roma

Lasciati il Rifugio Allievi e l'Italia, si fa rientro in Svizzera per affrontare un percorso di oltre 11 km che prevede l'incontro con il primo ghiacciaio di questo trekking: il Castel Nord. A seguire, ci attende la salita sulla cima di Castello, la più alta della Val Bregaglia con i suoi 3'379 metri, per discendere infine verso la capanna Albigna.

Camosci sul castello

Dalla capanna Albigna parte la scalata del "Casnilett", una delle cime del Piz Casnil, che culmina a 3'187 metri. Attraversiamo quindi la morena del ghiacciaio del Forno e affrontiamo una ripida risalita per raggiungere l'omonima capanna. Ad accoglierci una giovane coppia di custodi, che ci racconta come il ghiacciaio stia inesorabilmente cambiando.

Dalla capanna Albigna parte la scalata del Casnilett, una delle cime del Piz Casnil, che culmina a 3'187 metri. Attraversiamo quindi la morena del ghiacciaio del Forno e affrontiamo una ripida risalita per raggiungere l'omonima capanna. Ad accoglierci una giovane coppia di custodi, che ci racconta come il ghiacciaio stia inesorabilmente cambiando.

Era tutto ghiaccio

Dopo una calda e confortevole notte alla capanna Forno, al termine di questa tappa ci attende invece un bivacco in quota sul Passo Tremoggia, a oltre 3'000 metri. Un percorso di 14 km ci porta a valicare nuovamente il confine: dalla Sella del Forno si scende infatti nella Val Bona, in Italia, immersi in un incantevole e variopinto paesaggio.

Il bivacco

Lasciatoci alle spalle un ventoso bivacco, nella tappa odierna ci aspettano la risalita del ghiacciaio del Tremoggia e la discesa di quello del Roseg, per giungere infine alla capanna Coaz. Un percorso tecnico e impegnativo, diviso tra roccia e ghiaccio, durante il quale scopriamo una via difficile, affascinante e poco frequentata.

Tremoggia e Roseg

Un paesaggio fiabesco ci accompagna in questa tappa di oltre 8 km in cui attraversiamo dolcemente la Val Roseg, con le maestose vette del Pizzo Bernina, del Piz Roseg e della cresta del Biancograt a fare da cornice. Un percorso decisamente mozzafiato che porta fino alla capanna Tschierva, dove ad attenderci troviamo alcune sorprese…

Salvataggi in quota

Con la tappa odierna ci addentriamo nel cuore del Bernina, uno dei più alti massicci delle Alpi. Oltre 9 km di percorso tra roccia e ghiacciai ci portano a 3'750 metri, sulla cima del Piz Morteratsch. Dopo una spettacolare e inaspettata discesa in verticale, raggiungiamo infine la capanna Boval, ai piedi del ghiacciaio del Morteratsch.

Morteratsch

Le condizioni del ghiaccio e delle pareti rocciose del Cambrena sono particolarmente critiche. È quindi necessaria una partenza anticipata alle 3 del mattino per attraversare la morena del ghiacciaio durante la notte ed essere pronti all'alba per scalare la Fortezza, tentando di raggiungere la vetta del Piz Palü il più presto possibile.

Il Palü

Dalla cima del Piz Palü si scende verso l'Ospizio del Bernina, passando attraverso la rinomata area sciistica dell'alta Engadina di Diavolezza. Durante il percorso, lo splendido scenario del massiccio del Bernina e i suoi imponenti ghiacciai la fanno naturalmente da padrone, tra fiabe e racconti che intrattengono il gruppo.

Ultimo ghiaccio

La tappa conclusiva del trekking parte dall'Ospizio del Bernina per arrivare fino a Poschiavo, camminando immersi a 360 gradi nella bellezza del paesaggio. A condurci verso la meta finale ci pensano i quattro poschiavini del gruppo, in un percorso fuori dai sentieri battuti, che si snoda lungo un magnifico crinale.

In cammino tra i ghiacciai

Nel 1985, Marco Pedrini decise di tentare l'impossibile: essere il primo a scalare in solitaria il Cerro Torre, il “Grido di Pietra” della Patagonia, tuttora ritenuto una delle montagne più difficili da conquistare. Il giovane alpinista seppe sfruttare al meglio le poche giornate di bel tempo, firmando un’impresa che segnerà la sua breve ma folgorante carriera.

Avventura

Cumbre

La Svizzera è un Paese di montagne. Molti svizzeri vivono e lavorano sulle alture facilmente accessibili del massiccio alpino, ma solo una piccola parte si muove al di sopra dei 3’000 metri di altitudine. Un alpinista professionista, una soccorritrice, un cercatore di cristalli e una coppia di capannari vi accompagnano in un'esperienza ad alta quota.

Il cinquantenne alpinista Stephan Sigrist, insieme al giovane collega Jonas Schild, si cimenta in una straordinaria sfida mai affrontata prima: attraversare undici cime di oltre 3'000 metri in tre giorni, dalla valle di Lauterbrunnen alla valle della Kander.

Alpinismo estremo nell'Oberland bernese 

Rebekka Frieden ha 30 anni e lavora come soccorritrice per Air Zermatt. Grazie al duro lavoro è riuscita a realizzare il suo sogno, diventando la prima donna a ricoprire questo ruolo presso la compagnia di elisoccorso vallesana. 

Paramedico d’elisoccorso

Christoph Betschart ha 35 anni e da dieci è un cercatore professionista. Dalla fine di maggio a settembre è costantemente alla ricerca di cristalli nei dintorni di Andermatt; da solo, in compagnia del fratello o di altri appassionati cercatori.

Caccia al tesoro nelle Alpi

Ultimo episodio dedicato alla famosa capanna Hörnli e alla coppia di gestori, i coniugi Edith e Martin Lehner. Fine settimana di canicola, nella valle la temperatura è di 34 gradi e in quota il caldo estivo minaccia la sicurezza degli scalatori.

Una calda estate sul Cervino

La Svizzera sopra i 3'000 

Quando una famiglia Sherpa viene contattata da un gruppo di alpinisti per guidarli sulla parete est del Kumbhakarna in Nepal, vetta mai conquistata prima, si trova di fronte ad un dilemma. La montagna è considerata sacra nella religione locale Kirant e non dovrebbe essere scalata, ma c’è una nobile ragione che li spingerà a sfidare le superstizioni della propria fede.

Natura

The Wall of Shadows

Da Zermatt all’ospizio del Gran San Bernardo, dalla Jungfraujoch agli alpeggi del Canton Nidvaldo, quattro persone provenienti da realtà completamente diverse parlano del loro legame indissolubile con la montagna. Un documentario che invita lo spettatore a riflettere sul proprio rapporto con la regione alpina.

Società

Una vita sulle Alpi

Incuneata tra Svizzera e Italia, tra Piemonte e Lombardia, dalla Val Grande si scorgono le luci di Novara, Malpensa e Milano, ma dall'esterno è del tutto invisibile. Scopriamola affrontando un viaggio fatto di sentieri interrotti, segnali incerti, richiami e voci; rispettando le regole che la natura ha imposto in questa affascinante area selvaggia.

Incuneata tra Svizzera e Italia, tra Piemonte e Lombardia, dalla Val Grande si scorgono le luci di Novara, Malpensa e Milano, ma dall'esterno è del tutto invisibile. È un altrove vicino e impenetrabile, una Twin Peaks che fa vittime senza colpevoli, lo sfondo ideale per gli animi inquieti. Sono molti quelli che per cercarsi si sono persi in un tempio laico proibito, che protegge l'uomo dalla natura e la natura dagli uomini. Una risacca violenta ha trascinato con sé chi ha cercato di resistere salendo sempre più in alto, rispettando la religione della fatica. La Val Grande ha le sue leggende e storie vere che le superano. Questo è un viaggio fatto di sentieri interrotti, segnali incerti, richiami e voci. È la cronaca per emozioni di un cammino, rispettando le regole che la natura ha imposto nella più affascinante area selvaggia d'Europa. Ci si può inoltrare nel mistero senza svelarlo?

Gli sguardi non ritornano

Florence Treuthardt e Valérie Marsault sono due interpreti che condividono la passione per la montagna. In compagnia di un amico non udente hanno trascorso una settimana come guardiane volontarie della capanna Demècre, in Vallese. La lingua dei segni si è così impossessata del rifugio, offrendo ai numerosi escursionisti un’esperienza fuori dal comune.

La lingua dei segni in capanna

Un inedito trekking alpino, che si snoda sulle creste per oltre 140 km. Dal Sosto, montagna simbolo della Val di Blenio, all'Adula, la cima più alta del Ticino; poi sulla Via Alta Calanca, per giungere infine agli spettacolari Denti della Vecchia. Il tutto in compagnia di otto giovani della Svizzera italiana e dell'esperto alpinista Romolo Nottaris.

Un inedito trekking alpino, che si snoda sulle creste per oltre 140 km tra Ticino e Grigioni. Dal Sosto, montagna simbolo della Val di Blenio, saliamo in vetta all'Adula, la cima più alta del Ticino, passando dall'omonimo ghiacciaio. I Grigioni e la Via Alta Calanca sono invece i padroni delle tappe centrali, per poi affrontare il Corno del Gesero, passando dal San Lucio e abbracciando gli spettacolari Denti della Vecchia, per giungere infine sul monte Boglia, con la sua splendida vista sul lago di Lugano e il mendrisiotto. Paesaggi, emozioni e avventura in compagnia di otto giovani della Svizzera italiana tra i 16 e i 24 anni, sotto l'occhio vigile e attento della guida alpina di Verbier Marie Hiroz e dell'esperto alpinista Romolo Nottaris, con i suoi racconti di una vita passata a scalare le vette più ambite del pianeta.


In questa puntata iniziale, Romolo Nottaris e Aramis Dozio salgono per la prima volta sul Sosto, il cosiddetto “Cervino della Valle di Blenio”. Iniziamo inoltre a conoscere gli otto giovani protagonisti del trekking, la guida alpina Marie Hiroz e il tracciato che ci aspetta.

In questa puntata iniziale, Romolo Nottaris e Aramis Dozio salgono per la prima volta sul Sosto, il cosiddetto Cervino della Valle di Blenio. Iniziamo inoltre a conoscere gli otto giovani protagonisti del trekking, la guida alpina Marie Hiroz e il tracciato che ci aspetta.

Il Sosto

Partenza all'alba da Vacarèsc per avventurarci sulle creste della Via Alta Carassina. Un'entrata in materia subito impegnativa, con un saliscendi tutto in cresta su pendii esposti, magnificamente attrezzati con staffe e catene dal CAS Ticino.

La Carassina

È ancora notte quando si parte dalla capanna Adula CAS per salire lentamente ammirando lo splendido paesaggio e lasciandoci alle spalle la Via Alta Carassina. Dopo aver attraversato l’affascinante ghiacciaio, giungiamo in vetta all'Adula, la cima più alta del Ticino. Non rimane che scendere, ma la meteo in montagna può giocare brutti scherzi...

È ancora notte quando si parte dalla capanna Adula CAS per salire lentamente ammirando lo splendido paesaggio, lasciandoci alle spalle la Via Alta Carassina. Dopo aver attraversato l’affascinante ghiacciaio, giungiamo in vetta all'Adula, la cima più alta del Ticino. Non rimane che scendere, ma la meteo in montagna può giocare brutti scherzi...

Adula

La visibilità ridotta al minimo, il forte vento e l'assenza di comunicazioni con la guida Giovanni Galli, partito in avanscoperta tra i crepacci del ghiacciaio della Länta, non lascia presagire nulla di buono. È a quel punto che Marie Hiroz prende in mano la situazione...

Ansietta

La giornata fermi in capanna a causa del maltempo ha giovato a tutti, ma il risveglio è sempre umido e fresco: la pioggia non cessa e la neve ha imbiancato le cime. Il gruppo si divide quindi nella speranza di riuscire a salire in vetta e scendere alla capanna Zapporthütte a ranghi ridotti.

Divisi

Con mantelline e scarpe ancora umide, si riparte verso il Passo del San Bernardino; la pioggia non dà tregua, ma il morale è sempre alto. I più coraggiosi fanno il bagno nel laghetto Moesola, mentre Romolo e Marie incantano i giovani camminatori con racconti sul mestiere di guida alpina.

La guida

Eccoci sulla Via Alta Calanca: dall'Ospizio del Passo del San Bernardino saliamo verso il rifugio più in alto del nostro percorso, situato a Pian Grand, a ben 2'398 metri sul livello del mare. Una tappa che si rivela particolarmente impegnativa, tra splendidi paesaggi, dolori e imprevisti…

Via alta Calanca

Un implacabile e gelido vento accompagna la truppa nella tappa più lunga dell'intero percorso. Tra creste maestose e splendidi laghetti, attenti e vigili ad ogni passo, raggiungiamo la bella capanna Buffalora. Al calar della notte, ascoltiamo gli affascinanti racconti di Romolo sulle sue esperienze himalayane.

Miraggio Buffalora

Affrontiamo lo splendido percorso che ci porta all'ultimo rifugio della Via Alta Calanca, l'Alp de Fora. Tra stretti sentieri, cenge e nevai è impossibile non ammirare i paesaggi e le magnifiche cime che ci circondano. Una volta giunti a destinazione, una sorpresa arriva dal cielo per festeggiare i 40 anni dall'ascesa del primo “8000” di Romolo.

Affrontiamo lo splendido percorso che ci porta all'ultimo rifugio della Via Alta Calanca, l'Alp de Fora. Tra stretti sentieri, cenge e nevai è impossibile non ammirare i paesaggi e le magnifiche cime che ci circondano. Una volta giunti a destinazione, una sorpresa arriva dal cielo per festeggiare i 40 anni dall'ascesa del primo 8000 di Romolo.

Il primo 8000

Tappa di transizione per lasciare gli splendidi Grigioni e tornare in Ticino. Dai Monti di Laura, parte la camminata in cresta con una splendida giornata di sole e una vista spettacolare, per poi salire sul Corno del Gesero. La discesa tra rododendri e mirtilli verso la capanna è sorprendente, come l'accoglienza e lo splendido tramonto.

Il Corno del Gesero

Cielo terso e un sole splendente ci accompagnano in questa lunga tratta di 18 km tutti in cresta. I ceppi di confine segnano la via che dal Gesero porta al San Lucio, dove Svizzera e Italia si contendono magnifici paesaggi. Volgendo lo sguardo da destra a sinistra, è possibile scoprire laghi e vette, colori stupefacenti ed emozioni uniche.

Tutto in cresta

In questa penultima tappa il paesaggio mediterraneo, con le sue rocce calcaree e la natura sempre più lussureggiante, la fa da padrone. I ragazzi non sanno però che Romolo ha ancora in serbo per loro una sorpresa tutta da scoprire… così come la sua eleganza nello svelarla.

I Denti

L'ultima tappa del nostro viaggio in cammino sulle creste ci porta ad affacciarci sul lago Ceresio, il golfo di Lugano e il Mendrisiotto. La vista è incantevole e le emozioni si susseguono incontenibili, mentre giungiamo al termine di questa straordinaria avventura.

A 360°

In cammino sulle creste

Il territorio selvaggio della Val Calanca presenta due beni preziosi: l'erba e la pietra. Per secoli i suoi pascoli furono frequentati da pastori che incidevano il loro nome sul “Sass de la Scritüra”, mentre poco sotto le creste più alte veniva estratta la pietra ollare. Oggi la sua ricchezza naturale più apprezzata è invece l’incantevole paesaggio.

A coloro che non hanno paura di camminare per ore, la Val Calanca regala veri e propri gioielli paesaggistici e svariate testimonianze di cultura alpina e di arte plurimillenaria. Questo territorio selvaggio presenta in particolare due beni preziosi: l'erba e la pietra. I pascoli furono infatti frequentati, fin dal 1600, da pastori bergamaschi con le greggi di pecore. La testimonianza della loro presenza è confermata dal Sass de la Scritüra, un macigno situato nell'alta valle sul quale i pastori incidevano il loro nome e la data del loro passaggio. La pietra ollare è invece il secondo tesoro di questa valle e veniva estratta da un affioramento roccioso poco sotto la linea delle creste più alte. La ricchezza naturale oggigiorno più apprezzata è invece il paesaggio, unitamente al laghetto di Calvaresc che, con la sua inconfondibile forma di cuore, è diventato il simbolo del Parco Val Calanca, il più piccolo parco svizzero.

Pascoli, pietre e un cuore

Incastonato tra La Fouly e il massiccio del Monte Bianco, il ghiacciaio di Saleina è un piccolo angolo di paradiso che offre infinite possibilità per sciare. Lassù, a poche ore da casa e immersi nella natura selvaggia, Arnaud Cottet, Mathieu Schaer e Jochen Mesle riflettono sull’attività che svolgono da anni: realizzare film di sci e snowboard.

Sport

Saleinaz Base Camp

Se pensate di conoscere tutto di Reinhold Messner, forse dovreste ricredervi. Attraverso le cinque tappe del Messner Mountain Museum - in un susseguirsi di racconti, oggetti ed esperienze - scopriamo il lato meno conosciuto del più grande alpinista vivente: collezionista di opere d’arte, contadino e filosofo con la sua personale idea di ecologia.

Ritratti

Reinhold Messner, il quindicesimo 8000

Scalare tutte le 14 cime di 8’000 metri del mondo! Realizzando questa incredibile impresa, l’alpinista franco-svizzera diventerebbe la quinta donna al mondo a farcela. Con più di dieci successi all’attivo, manca davvero poco per scrivere la storia e coronare un sogno, ma davanti a lei si erge ancora un mostro di 8’167 metri: il Dhaulagiri.

Sophie Lavaud, Lady 8000 

Guardando i film di montagna ci si pone spesso la domanda “ma dove avranno piazzato le telecamere?” Una vera e propria specificità di questo genere, dove il regista è anche un esperto alpinista. Quella di Mathis Dumas è una vita sospesa nel vuoto per offrire immagini mozzafiato, come dimostra questo dietro le quinte di una vertiginosa highline sulle Périades a Chamonix.

Out of Frame

La vita nelle valli alpine è caratterizzata da storie, miti e a volte anche da strane usanze. Divisa in quattro parti, questa nuova serie di documentari esplora la quotidianità e le tradizioni delle persone che ci vivono, sullo sfondo di paesaggi da sogno.

Il tanto atteso giorno della transumanza è finalmente arrivato. A condurre le mucche all’alpeggio c’è la famiglia Räss, che da tre generazioni gestisce l'alpe Furgglen. All’età di 84 anni, Albert Räss trascorre ancora i mesi estivi in compagnia della moglie a 1'500 metri sul livello del mare.

Episodio 1

Quando dovrebbe già essere primavera e l'ultima neve tenta di aggrapparsi con ostinazione ai crepacci delle Alpi, la gente adotta strani metodi per scacciare l'inverno: le campane suonano, maschere spaventose si aggirano nella regione e un pupazzo di neve viene bruciato su una pira.

Episodio 2

Jasmin Gäumann vuole diventare regina. Questa affermazione è una doppia sorpresa, perché se da un lato la Svizzera ha poco a che fare con le monarchie, dall’altro la giovane donna si cimenta in una disciplina che per secoli è stata di dominio maschile: la lotta svizzera.

Episodio 3

Il loro posto di lavoro è esclusivo, talmente bello da sembrare un sogno e allo stesso tempo pericoloso: quando Astrid ed Erich Marty salgono al "piano superiore della capanna" per fare il fieno, godono di una vista panoramica impressionante, ma un solo passo falso può avere conseguenze fatali.

Episodio 4

Alpi svizzere - Usi, costumi e superstizioni

Nell'autunno del 2020, Matteo Della Bordella e il compagno di cordata Alessandro Zeni hanno affrontato la spettacolare e vertiginosa parete sud del Poncione d'Alnasca, in Valle Verzasca, alta 600 metri e dal particolare granito giallo-rossastro. Alcuni dei loro lanci nel vuoto per raggiungere l'appiglio successivo sono degli autentici atti di fede.

La vertiginosa parete sud del Poncione d'Alnasca, una montagna selvaggia che domina la Valle Verzasca, alta 600 metri e dal particolare granito giallo-rossastro, attira da sempre i migliori arrampicatori al mondo. Nell'autunno del 2020, dopo che quattro anni prima aveva aperto una nuova via con grandi difficoltà, Matteo Della Bordella e il compagno di cordata Alessandro Zeni, in due giorni di arrampicata libera hanno superato la spettacolare parete. Alcuni dei loro lanci nel vuoto per raggiungere l'appiglio successivo sono degli autentici atti di fede...

Leap of Faith - Atto di fede

Tra il 1950 e il 1966, migliaia di uomini si stabilirono nelle alte montagne vallesane, dove scavarono un impressionante sistema di labirinti sotterranei per far fluire l’acqua di 35 ghiacciai fino alla Grande Dixence, la diga più alta del mondo. I minatori dell’epoca tornano ad esplorare queste grotte in cui hanno stretto grandi amicizie, ma anche vissuto solitudine, malattia e morte.

Tra il 1950 e il 1966, migliaia di uomini si stabilirono nelle alte montagne vallesane, dove scavarono un impressionante sistema di labirinti sotterranei per far fluire l’acqua di 35 ghiacciai fino alla Grande Dixence, la diga più alta al mondo. I minatori dell’epoca tornano ad esplorare queste grotte in cui hanno stretto grandi amicizie, ma anche vissuto solitudine, malattia e morte. 

Il tempo dei titani

Nel tentativo di scalare il K2, ultima vetta himalayana inviolata in inverno, i veterani Krzysztof Wielicki, Adam Bielecki e Denis Urubko compiono una delle più straordinarie missioni di soccorso nella storia dell’alpinismo, salvando la francese Elisabeth Revol rimasta intrappolata sul Nanga Parbat.

The Last Mountain

La Svizzera è un paradiso per l'arrampicata su vie a più tiri (multipitch), le cui montagne hanno visto succedersi diverse generazioni di scalatori eccezionali. Il film è il risultato di un ambizioso progetto di Cédric Lachat che ha deciso di affrontare le vie più difficili di cinque iconiche catene montuose, quali Eiger, Gastlosen, Wendenstöcke, Lauterbrunnen e Rätikon. 

Swissway to Heaven

Nel 1975, dopo aver raggiunto la cima dell’Everest senza ossigeno supplementare, Chris Bonington ribattezzò la parete sud-ovest “The Hard Way”, definendola un’impresa impossibile da compiere in stile alpino. Almeno fino al 1988, quando un gruppo di slovacchi riuscì nell’inimmaginabile. Un film commovente su uno dei più grandi successi nella storia dell’arrampicata.

Everest - The Hard Way

Jesse Dufton è nato con il 20% di visione centrale e una malattia degenerativa gli fa progressivamente perdere la vista. Appassionato scalatore, Jesse affronta le avversità con la sua compagna di cordata e di vita Molly Thompson, cercando di diventare il primo non vedente a scalare la famosa torre di arenaria rossa. Un'affascinante storia di resilienza da cui si può solo imparare.

Climbing Blind

Chi è stato il primo a scalare l’Everest? Edmund Hillary nel 1953 oppure Andrew Irvine e George Mallory nel 1924, quasi trent'anni prima? Questo documentario di rara intensità segue la spedizione che si è recata sul posto nel 2019, con l’obiettivo risolvere uno dei più affascinanti misteri della storia della montagna.

Chi ha fatto la prima scalata dell'Everest? Edmund Hillary nel 1953 o George Mallory nel 1924, quasi trent'anni prima? Questa è probabilmente la questione aperta più affascinante della storia della montagna. Una domanda al centro delle preoccupazioni di una spedizione che si è recata sul posto - in altre parole in cima - per cercare di risolvere l'enigma. In un'epoca in cui l'Everest viene occupato dai turisti che si accapigliano ai suoi piedi, questo è un documentario di rara intensità.

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The Ghosts Above

Invece di una celebrazione del mondo rurale, questo film è un intreccio di osservazioni etnografiche e scene variegate della vita in tre villaggi di montagna. La tradizione agricola viene gradualmente soffocata dalla crescente industrializzazione, trasformando profondamente pure gli ideali delle persone.

Noi montanari  

Dopo aver viaggiato dalle Alpi al Mediterraneo, Rosula intraprende un trekking di 600 km con un'altra pastora, che non andrà proprio come previsto. Due mesi passati sulle rocce, in bivacco, offrono prima di tutto un viaggio interiore che permetterà di approfondire il legame con i propri animali.

Al passo degli yak

La diga della Grande Dixence non comprende solo il grande muro visibile, ma anche centinaia di chilometri di gallerie sotterranee scavate nel cuore delle montagne, dalla Mattertal fino alla Val d’Hérens. Un omaggio a chi all'epoca ha costruito questa "bestia", ma anche a chi la tiene in vita ancora oggi.

Nel ventre della bestia

Niente di meglio di un’escursione, un’arrampicata o una bella sciata per riconnettersi alla natura: lasciatevi guidare alla scoperta della grandiosità delle montagne di tutto mondo, ma soprattutto nella nostra bella Svizzera.

Montagna

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